venerdì 22 ottobre 2010

Arsenico e vecchi merletti

dal 9 al 14 Novembre 2010
Teatro S. Genesio


Teatro S. Genesio, via Podgora n°1, Roma
Orari: feriali ore 21:00
festivi ore 17:30

Ingresso 12 euro - ridotto 10 euro
Prenotazione obbligatoria 1 euro 349 2304021 - veronica.dauria@gmail.com


Arsenico e vecchi merletti è tratto dalla commedia di Joseph Kesserlin, divenuta popolare con il film omonimo diretto da Frank Capra ma che precedentemente è stata un grande successo teatrale a Broadway, e riadattato dal regista Massimiliano Bruno.

Lo scapolo convinto Mortimer Brewster, tornato a casa dalle zie Abby e Martha per presentare la fidanzata Elaine, scopre che le due ziette "aiutano" i "loro signori" a lasciare la vita con un sorriso sulle labbra offrendo loro del vino di sambuco corretto con un miscuglio di veleni, e che li seppelliscono nel Canale di Panama che il fratello, Teddy, che si crede Theodore Roosevelt, scava e ricopre di continuo in cantina.

Il ritmo vivace e l'accavallarsi grottesco delle scene, irresistibilmente comiche, nascondono comunque uno sguardo cinico e macabro, che fa dell'opera una delle migliori commedie nere dello spettacolo americano.
Lo spunto satirico della trama, che gioca sui rituali sociali e allude con ferocia al problema della solitudine degli anziani, è sviluppato con molto humour, ma anche con leggerezza e con un pizzico di malizia.



NOTE DI REGIA

Subito dopo le note di “In the mood” suonate magistralmente dall’orchestra di Gleen Miller (devotamente presente nella nostra colonna sonora) con le quali fummo pacificamente invasi e salvati dalle truppe americane, conoscemmo il teatro americano umoristico seppure mediato da un film diretto da Frank Capra (con Cary Grant)  tratto dalla commedia scritta da Joseph Kesserling nel 1941. Eravamo abituati al cinema farsesco e un po’ provinciale di Totò, ultima sublime “maschera”italiana, avvezzi quindi a sganasciarci di risate nonostante le brutture della guerra. Pertanto non ci fu difficile ridere fino alle lacrime con Cary Grant/Frank Capra e le sue deliziose e diaboliche ziette in quella che ai nostri occhi pareva avesse lo stile di  una commedia sofisticata  .Ma questo accadeva in un’altra epoca.
Oggi, a distanza di 70 anni quel film è diventato un cult  movie nostalgico e un pó polveroso che ci riempie di tenerezza come quando si sfogliano le vecchie fotografie ingiallite dei nostri avi.
In questi settant’anni l’umorismo è cambiato profondamente. Dall’umorismo di situazione, com’era nella pochade francese, per esempio,  siamo arrivati all’umorismo della battuta fulminante, alle gags che si ripetono una via l’altra. Di questo mutamento risente anche, a mio parere, il testo teatrale, anche dal punto di vista linguistico e lessicale (le pur ottime traduzioni italiane sono scritte in un italiano che mostra gli anni). Ridevamo così e ci andava bene. Ma a riprendere in mano oggi il testo di Kesserling ci si rende conto di due cose: l’impianto drammaturgico è tuttora straordinario ma il suo  potenziale umoristico è poco sfruttato. Intendo dire che esso è affidato tutto al plot di partenza (le due arzille vecchiette, per pietà cristiana, fanno quel che fanno) esaurito il quale però, diventa quasi una commedia borghese con Mortimer, uno dei nipoti, che cerca di metterci una pezza. In realtà il testo offre molti spunti per spingere sul pedale della farsa.  Di buon livello, s’intende.

Tutto ciò per motivare il bisogno da parte mia di “risciacquare in Arno” il testo originale, rinfrescandolo nella scrittura e nel lessico.  Con delle aggiunte mie anche. E per motivare la mia chiave registica dove non ho avuto ritegno nel “caratterizzare” fortemente i personaggi di contorno del testo originale affidando loro il più nobile ruolo di coprotagonisti, o comunque di fornire umorismo dove il testo originale ne offre l’occasione (per esempio: perché i due poliziotti O’Hara, il classico sciocco (fool) del teatro classico,  Klein, citazione spudorata dell’ispettore Clouseau di Peter Sellers (*) e il tenente Rooney, con le sue arie da tenente Colombo, privo invece del benché minimo fiuto poliziesco, devono essere “normali”? E perché il dr.Einstein (del pur bravo Peter Lorre del film) deve essere solo lagnoso e non carattere decisamente comico?        Ecco: qui ho messo decisamente le mani nella mia elaborazione e riscrittura del testo originale.
Louis Armstrong davanti a personaggi così squinternati canterebbe sicuramente“what a wonderfull world” con tutta la sua adorabile ironia.
                                                                                             
                                                                                                            Massimiliano Bruno                                                   


(*) La caratterizzazione del serg.Klein  non è  così anacronistica come può sembrare (i films della Pantera Rosa sono di circa 20 anni dopo). In realtà mi sono permesso questa licenza perché il personaggio del tenente Clouseau pare sia stato ispirato da un breve racconto comico-poliziesco uscito in Inghilterra negli anni ’40 per sfottere i poliziotti francesi.


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